Napoli come Beirut
Prima di cominciare con il mio discorsone-commento sul tema che viene accennato dal titolo voglio precisare che non è un post contro gli abitanti o la cultura della società sopracitata.
Dopo il tormentone della finanziaria, che è durata (e sta durando) da un paio di settimane, è partito anche quello della "liberazione" di Napoli dalla criminalità e dalla mafia (certo che al TG un servizio in Afghanistan o a Napoli no si nota molto la differenza).
Le parti che si sono contrapposte sono il Governo che, con Prodi, Mastella ecc..., affermano che l'esercito non è necessario, basta aumentare le forze di polizia, o che rispondono alla domanda "ma l'aumento della criminalità è dovuto all'indulto?" ovviamente, con statistiche alla mano, che la criminalità dopo il decreto "svuota-carceri" non è aumentata, anzi, è diminuita (dai 70 omicidi dell'anno scorso, ai 50 di quest'anno).
La cosa bella è che, probabilmente i arlamentari non hanno tempo di vedere i TG (ma anche programmi satirici tipo Striscia la Notizia), in quanto, proprio in questi giorni, piovono servizi sulla polizia a Napoli che non riesce a controllare più i ragazzi e non, in scooter senza casco; ma scusate se cìè una polizia che non riesce nemmeno a fermare 4 ragazzini con lo scooter senza casco, com'è possibile che possa fermare la mafia.
Ovviamente non commento nemmeno quello che ha detto Mastella approposito dell'indulto, in quanto mi sembra abbastanza palese che sia una cazzata o giù di lì; che poi alla fina del servizio commenti con un "tanto si risolverà tutto", vuol dire che siamo messi prorpio male...
Molto bello, invece è stata la reazione (del tutto comprensibile) dei napoletani che non sono insorti per la "spedizione punitiva" dell'esercito o per l'aumento delle forze di polizia, ma solo per il semplice fatto che la mafia è lì da 100 anni, e, adesso, con un meeting, e quattro belle parole messe lì pensano di risolvere tutti i problemi che, ormai si sono sedimentati, e sono entrati a far parte della cultura meridionale.
Con questo non voglio dire che tutti i Napoletani siano cammorristi, dico solo che se uno vive, nasce e cresce in una situazione del genere,visto che non può cambiarla, deve abituarsi.
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Comments:
Anonimo said...
eh già purtroppo la verità italiana è questa... è un po' dura da mandare giù....hai ragione a dire che la gente che è nata in quell'ambiente si è adattata ma nn dovrebbe rassegnarsi a farlo, si dovrebbe combattere con i mezzi possibili....soprattutto stando uniti!!!! (che idealista) E poi c'è molta gente che è circondata da queste situazioni che si chiude in casa per paura quando potrebbe fare (nn dico molto ma sicuramente qualcosa) per cambiare questo mondo......viva la libertà....
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